CARTAGO
La nave all’orizzonte porta
la filiera dei pensieri
dentro la preghiera di ferro
e porti la pace con il fuoco
(l’inverno è arrivato)
Sulla croce hai incassato la mia vita,
e con le dita adesso parli al mio cuore
Hai soffiato la città di vetro
con la bora e la primavera
è diventata nera,
i cormorani hanno le tue ali di cera,
amore, per non tornare indietro;
il carro è assediato
e tremo nelle mani di guerra
Entro nel buio della città di vetro
lontana come uno spetro
e m’addormento senza te
che sei la mia buonanotte,
e la mia bufera
La primavera sale ancora al tuo presepe
(Oh la Cartagine di pietra
che hai cesellato con il mare
e con la terra l’hai distrutta
con la furia del tuo fuoco)
Ma era la mia vita quell’anima di vetro
che adesso brucia nella moneta d’oro
che hai limato col cuore
e con la mirra
E adesso fondi
con gioia e disperazione,
per una ragione di cartone in più,
che non conosca più il dolore
– Cartagine, o Cartago, più non importa.
Franco Castellani