DIMORE
A Pia
Lenta la maniglia si abbassa
con te dentro il mistero
di porte socchiuse.
Scuoio la parete, un taglio
netto dalla gola sino al ventre, caldo
il sangue non sgorga.
Cigola il respiro, penetra
fitta luce rosa come ulcera
frantumarsi di specchi nei polmoni.
Fessure le attese, dimore
di vuoto istante perdura
null’altro che il tempo
di un piatto che cade.
Fabio Orecchini