ICI Edizioni

Edizioni dell’Istituto Italiano di Cultura di Napoli

ICI Edizioni

Istituto   Italiano  di  Cultura  di  Napoli
ICI

via Bernardo Cavallino, 89 (“la Cittadella”); 80131 Napoli (Italia)

tel. 081 / 546 16 62 –  fax 081 / 220 30 22 – tel. mobile 339 / 285 82 43
sito www.istitalianodicultura.org
posta elettronica ici@istitalianodicultura.org

 

prefisso editore: 8889203 – codice Alice: 44935 – codice editore: 206490

 

distribuite da



Direttore editoriale: Roberto Pasanisi

Il Comitato scientifico dell’Istituto è composto da: Steven Carter (docente di Lingua e letteratura inglese all’Università della California, Bakersfield), Giovanni Dotoli (professore emerito di Lingua e letteratura francese all’Università “Aldo Moro” di Bari e docente all’Università della Sorbona di Parigi; scrittore); Constantin Frosin (docente di Lingua e Letteratura francese all’ Università “Danubius” di Galati; scrittore) in memoriam; Antonio Illiano (professore emerito di Lingua e Letteratura italiana alla University of North Carolina at Chapel Hill), Giulio Marra (Lingua e letteratura inglese, Università Ca’ Foscari di Venezia; scrittore); Roberto Pasanisi (già direttore dei dipartimenti e docente, Polo Universitario “Principe di Napoli”; direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Napoli e di “Nuove Lettere”; scrittore; psicologo clinico, psicoterapeuta e psicoanalista); Vittorio Pellegrino (già presidente dell’Ente Provinciale per il Turismo di Napoli; neuropsichiatra, già Direttore del Servizio d’Igiene Mentale e docente all’Università di Napoli “Federico II”) in memoriam; Mario Selvaggio (professore di Lingua e letteratura francese all’Università di Cagliari; scrittore); Mario Susko (già ordinario all’Università di Sarajevo; docente di Letteratura americana alla State University of New York, Nassau; scrittore) e Násos Vaghenás (docente di Teoria e critica letteraria all’Università di Atene; scrittore).

Ne hanno fatto parte dall’inizio fino alla prematura scomparsa gli scrittori Dario Bellezza, Franco Fortini (già ordinario di Storia della critica all’Università di Siena), Giorgio Saviane e Nguyen Van Hoan (docente di Letteratura italiana e di Letteratura vietnamita all’Università di Hanoi).

L’Istituto Italiano di Cultura di Napoli, in collaborazione con la rivista internazionale di poesia e letteratura “Nuove Lettere”, pubblica cinque collane editoriali: due di poesia (entrambe dirette da Roberto Pasanisi: una intitolata Lo specchio oscuro, l’altra — di plaquette — intitolata Nugae); due di narrativa (una già diretta da Giorgio Saviane ed intitolata La bellezza; l’altra — di plaquette — diretta da Roberto Pasanisi ed intitolata Gli angeli); e due di saggistica letteraria (una già diretta da Franco Fortini ed intitolata Lettere Italiane; l’altra — di plaquette — diretta da Roberto Pasanisi ed intitolata Romanitas).

Le ICI Edizioni Elettroniche pubblicano tre collane di libri elettronici: una di poesia (Adriana), una di narrativa (La Cittadella) e una di saggistica (Neapolis).

I testi inediti, in qualunque lingua, proposti per la pubblicazione dovranno essere inviati, chiaramente dattiloscritti, in due copie ed accompagnàti da una dettagliata nota bio-bibliografica sull’autore (completa di luogo, giorno, mese e anno di nascita), al seguente indirizzo: Istituto Italiano di Cultura di Napoli; via Bernardo Cavallino, 89 (“la Cittadella”); 80131 Napoli (Italia).

Essi saranno vagliati da un Comitato scientifico di lettura costituito dai Redattori di “Nuove Lettere”: Steven Carter, Giovanni Dotoli, Antonio Illiano, Giulio Marra, Roberto Pasanisi, Mario Selvaggio, Mario Susko e Násos Vaghenás.

Le Edizioni dell’Istituto Italiano di Cultura si impegnano a fornire una risposta agli autori in tempi brevi. La pubblicazione in volume del testo proposto, in caso di parere favorevole del Comitato di lettura, sarà a cura dell’Istituto, che si impegna altresì a sostenere l’opera con un’adeguata campagna pubblicitaria, a curarne la diffusione per posta  fra gli ‘addetti ai lavori’ (critici, giornalisti, scrittori, ecc.) e fra i suoi soci (2.100 in tutto il mondo, fra cui molti artisti e letterati famosi), che lo riceveranno automaticamente in quanto compreso nella ‘quota associativa’; nonché a proporlo per una recensione alle principali riviste del settore. S’intende che uno dei canali a disposizione dell’Istituto sarà costituito da “Nuove Lettere”.

Inoltre viene effettuata una distribuzione nazionale in libreria attraverso il distributore librario Libri Diffusi http://www.libridiffusi.com/ – Fastbook https://www.fastbookspa.it/.

Il volume sarà edito in elegante veste editoriale e tirato in 3.000 copie.

L’autore potrà, a scelta, far precedere il suo testo da una Prefazione da lui stesso proposta o richiederne una all’Istituto, che provvederà ad affidarla ad uno dei componenti del Comitato di lettura.

Per ulteriori informazioni è possibile telefonare al numero 081 / 546 16 62 od inviare un fax al numero 081 / 220 30 22; oppure telefonare al numero 339 / 285 82 43 od inviare un messaggio elettronico a ici@istitalianodicultura.org.

Presentazione di alcuni volumi delle ICI Edizioni

  • il romanzo di Vittoria Bartocci Salvato, Villa Megare, ambientato nella suggestiva isola di Capri: la storia di una donna alla ricerca della sua dimensione di vita tra spiritualità e immagine estetica;
  • una raccolta di poesie di Antonietta Benagiano, Poetiche sinapsi: un diario in versi di profonda intensità emotiva e raffinata ricerca linguistica, con la prefazione del Roberto Pasanisi;
  • quattro plaquette: una raccolta di poesie esistenzialiste della studiosa italo-americana Francesca Savoia, una raccolta di poesie di Daniela Rizzo, studiosa di tematiche femminili, le raccolte di versi di Alberto Gatti prefate dal filosofo Sergio Givone, con in copertina opere grafiche del direttore prof. Roberto Pasanisi.
  • una raccolta di poesie di Maria Rossi, Preghiera: un diario in versi di profonda intensità emotiva e religiosa;
  • una plaquette con in copertina opere grafiche del direttore Roberto Pasanisi: una raccolta di poesie esistenzialiste della studiosa italo-americana Francesca Savoia.
  • l’Antologia Con le armi della poesia, che raccoglie inediti di poesia contemporanea ed è prefata dal noto filosofo Sergio Givone;
  • l’Antologia ‘900 e oltre di inediti di prosa contemporanea con la prefazione di Giuseppe Panella della Scuola Normale Superiore di Pisa;
  • il saggio storico con foto d’epoca di Antonella Demola Il Guercio di Puglia;
  • il poema in versi dell’americanista e scrittore croato Mario Susko Madri, scarpe e altre canzoni mortali, drammatica testimonianza della guerra nella ex-Jugoslavia;
  • il romanzo breve d’avventure fantastiche di Angelo Coscia, arricchito di disegni in bianco e nero, Successe un giorno a Tuatha na Sidhe;
  • il romanzo epico-moderno Gli angeli e il saggio letterario Le «muse bendate» di Roberto Pasanisi, direttore del nostro Istituto;
  • cinque plaquette di poesia, una, di Carlangelo Mauro, illustrata da raffinati disegni in bianco e nero,  le  altre – con in copertina i disegni elettronici di  Roberto Pasanisi –
  • della italo-americana Francesca Savoia, docente a Pittsburgh,
  • del giovane poeta Alberto Gatti, prefata da Sergio Givone,
  • del napoletano Roberto Continisio e di
  • Daniela Rizzo studiosa di tematiche di ‘genere’;
  • il poema in versi dell’americanista e scrittore croato Mario Susko Madri, scarpe e altre canzoni mortali, drammatica testimonianza della guerra nella ex-Jugoslavia;
  • quattro volumi di scrittori pugliesi: di Antonietta Benagiano, Poetiche sinapsi – una raffinata ricerca linguistica di poetica femminile – e Fermare il tempo – una raccolta di  racconti con foto d’epoca tratte dall’archivio personale dell’autrice -;
  • la raccolta di poesie di intensa e ricca interiorità di Natalizia Pinto, Il tempo in cornice, e
  • Torna là dove ti porta la tua coscienza di Alessandro Caroli, giornalista della RAI;
  • il romanzo Villa Megare di Vittoria Bartocci Salvato, ambientato nella suggestiva isola di Capri: la ricerca al femminile di una dimensione di vita tra spiritualità e immagine estetica.

Collana di poesia in plaquette

dell’Istituto Italiano di Cultura di Napoli

diretta da Roberto Pasanisi

 

NUGAE

sigla Catalogo degli Editori Italiani: NU

 

  1. Federica Minozzi, Frammenti misti (Prefazione di Giovanni Teresi) € 10 ISBN 88-89203-78-1

 

dalla Prefazione

 

Nella poesia di Federica Minozzi emerge e regna l’Io: quella soggettività che nasce dalla pura interiorità di una voce lirica, che appare insieme lontanissima e vicina, remota e familiare come nella lirica Inganno: « […] Il volto si rivela/ per quello che è./Dietro gli occhi/ parole gonfie di inganni.».

Nelle sue poesie, la nostra mette a nudo la particolarità della sua anima, che soprattutto è spirituale, libera. È la libertà creaturale che la espone ad una pericolosa autodeterminazione, che la getta nel dubbio e nel conflitto delle infinite possibilità, nell’oceano impossibile della scelta e della responsabilità, nel tormento del giudizio che autocondanna, nel vortice tumultuoso di un amore che esalta e che devasta. « Maschera sul volto/ grottesca paradia dell’Io/ [… ] / La mente/ sola/ si eleva/ indomita/ fluttua nell’immenso/ onda senza meta.»  dall’ Amletico dubbio e « […] Ogni attimo di Noi/ racchiude/ un Universo intero. »  in Paradigma dell’Essere. Conoscere se stessi è il fulcro di ogni vera trasformazione e crescita personale: anche se crediamo di conoscerci, in realtà conosciamo solo lo strato più superficiale del nostro essere – l’ego – fatto di abitudini meccaniche, di maschere e corazze, di credenze. Con Poesia Federica Minozzi, dando importanza al significato delle parole che « […] attraversano/ lo specchio del reale./ Incompiuti messaggeri/ evocano/ mondi perduti », esprime le sensazioni, le emozioni, i sentimenti che appartengono al lato ‘irrazionale’ tanto da poter contattare il nucleo più profondo e genuino dell’essere descritto nella lirica Intima deflagrazione: « […] Sentimento e ragione alienati/si allineano/ in rinnovato equilibrio/ filo precario sospeso nel vuoto. »

Poesia è anche bellezza, che in un certo senso dà immortalità. Infine mi piace ricordare un frammento della poesia di Saffo quando, rivolta all’amatissima figlia Cleide, dichiara che « qualcuno si ricorderà di noi in futuro ».

Giovanni Teresi

  1. Maria Rossi, Tempera di salute (con un disegno elettronico di Roberto Pasanisi, E…) (Prefazione di Roberto Pasanisi) € 8 ISBN 88-89203-79-X

 

Prefazione

 

Come scriveva la Rochefoucauld, «Non si desidera mai ardentemente ciò che si desidera solo con la ragione». E ragione e cuore si intrecciano con tenue ma appassionata delicatezza in codeste ariette dei sentimenti familiari, dei ricordi gentili di tutta una vita, delle fascinazioni soavi di quella regione fragile e multicolore dell’incontro fra anime in sogno.

Ce lo dice l’autrice stessa, quando nell’ouverture della raccoltina si chiede, con aerea levità:

Tu inserisci un perché…

Perché… ti amo

e volo all’orizzonte

fatato di sogni,

in un aere lieto.

Chi sa più di me?

Tanti o forse nessuno…

Certo, «non si giudica chi si ama» (J.P. Sartre); ma se ne chiede la comprensione profonda, quella senza ‘perché’, quella che corre attraverso gli sguardi e le espressioni, le sensazioni condivise e le intuizioni rapinose, quasi come di cavalcantiani spiritelli che volano impetuosi da cuore a cuore…

È una poesia della compagnia, dell’unità, dello stare insieme parentale e sereno, quella di Maria: sul filo orlato dei ricordi come su quello intessuto del presente, nella continuità della vita che va oltre la vita, trovando nel particolare di un gesto, di un nome, di un ammiccamento il senso più sommesso ma nel contempo rimarcato dell’universale, del vivere vero.

Sì, perché «non si gode a possedere qualcosa senza compagnia», diceva Erasmo da Rotterdam.

E la poetessa lo sa bene, e ce lo dice con voce tremula di emozione ma non timida di passione: ricordandoci, con Claude Adrien Helvetius, che «non si vive se non il tempo che si ama».

 

Roberto Pasanisi

Collana di narrativa

dell’Istituto Italiano di Cultura di Napoli

già diretta da Giorgio Saviane

 

LA BELLEZZA

sigla Catalogo degli Editori Italiani: BEL

 

  1. Salvatore Piccoli, Le stagioni di Fondachello e altri spiriti (Prefazione di Giovanni Teresi) € 10 ISBN 88-89203-81-1

 

dalla Prefazione

 

Nell’opera “Le stagioni di Fondachello ed altri spiriti”, raccolta di racconti brevi di Salvatore Piccoli, l’autore, perlustrando le latitudini narrative e figurative di Fondachello, quartiere rurale di Catanzaro, ne condivide i toni, gli accenti, perdendosi volentieri in quei meandri avvertiti come familiari.

In un quadro geopolitico percepito come incerto e problematico, la pedagogia dell’ambiente identifica un ambito di discorso che ha per oggetto l’analisi del rapporto tra formazione umana ed ambiente stesso, nelle sue diverse forme storico-culturali. “Le parole s’affannavano tra i ragazzi delle marine e noi montanari, le cicche volavano via come farfalle vermiglie e le urla scomposte s’acquietavano alle 8,30… Nella classe imperiose parole reprimevano i sogni”.

Il sussurrare con garbo le proprie verità, la semplicità apparente; la magia della poesia; l’investigazione sulle radici fondative, sono le espressive venature sul mito, sulla fiaba presenti nei racconti: “Una piccola strada” e “Le valli del silenzio” ove Salvatore Piccoli, con precisa configurazione estetica, psichica e spirituale abita stabilmente lo spazio della propria sensibilità artistica. “I miei occhi scorrevano verso le valli dolcissime di velluto verde e lì si perdevano per attimi senza fine.”.

Giovanni Teresi

 

Collana di saggistica

dell’Istituto Italiano di Cultura di Napoli

già diretta da Franco Fortini

 

LETTERE  ITALIANE

 

sigla Catalogo degli Editori Italiani: LI

  1. Steven Carter, Acanthas (Prefazione di Valentina Schiattarella) € 10 ISBN 88-89203-68-4

from the Preface

As announced in the preface of his third volume The New Devil’s Dictionary, Steven Carter abandons the didactic style, although already over the top and with a strong satirical vein, of definitions to devote himself to a collection of thoughts in the form of aphorisms.

Acanthas, a Greek word, thorn: one might almost wonder why this name. Maybe a return to a more classical style, maybe the use of lighter tones? So what is the difference from his earlier works? What changed?

Like when we are assembling something, we can decide to venture on our own or we can choose, on the other side, to be directed by the instructions that provide us with brief but sometimes necessary guidelines. The difference is that what we are creating, assembling, is not an object but our view on the world

Valentina Schiattarella

dalla Prefazione

Come annunciato nella prefazione al terzo volume The New Devil’s Dictionary, Steven Carter abbandona lo stile didascalico, sebbene sopra le righe e con una forte vena satirica, delle definizioni per dare spazio ad una raccolta di pensieri sotto forma di aforismi.

Acanthas, parola greca, spina: verrebbe quasi da chiedersi il perché di questo nome. Forse un ritorno ad uno stile più classico, forse l’uso di toni più leggeri? E allora qual è la differenza con le sue opere precedenti? Quale cambiamento?

Come in un montaggio, possiamo decidere di avventurarci da soli o scegliere invece di farci indirizzare dal libretto d’istruzioni che ci fornisce, brevi ma talvolta indispensabili, linee guida. La differenza è che ciò che stiamo montando, assemblando, non è un oggetto ma il nostro sguardo sul mondo.

Valentina Schiattarella

Biografia dell’autore Steven Carter, professore di Inglese all’Università Statale della California di Bakersfield (USA), è nato nel 1943 a Klamath Falls, nell’Oregon. Yes and No viene pubblicato a séguito dei due Premî “Nuove Lettere” vinti dall’autore nel ’99 e nel 2000.

Education: Ph.D. in English, University of Arizona-May, 1985; M.F.A. in Creative Writing, University of Arizona-December, 1977; M.A. in English, University of Arizona-August, 1968; B.A. in English, University of California, Berkeley-June, 1967.

Teaching Experience: Professor of English, California State University, Bakersfield, 1986-present; Senior Fulbright Fellow in American Studies, Uniwersytet Marii Curie-Sklodowskiej, Lublin, Poland, fall semester, 1991-92; Lecturer in English, California State University, Bakersfield, 1985-1986; Lecturer in English, University of Arizona, 1982-85; Graduate Associate in Teaching, University of Arizona, 1973-82; Instructor of English, University of Hawaii, Honolulu, 1968-71.

Publications (Books): Leopards in the Temple: Studies in American Popular Culture, Revised and Expanded Second Edition, International Scholars Publications, l999; A Do-It-Yourself Dystopia: The Americanization of Big Brother. University; Press of America, 2000; Expecting the Barbarians and Other Essays. Foreword by Arthur J. Spring. University Press of America, forthcoming 2001; Bearing Across: Studies in Literature and Science. Foreword by Burt Kimmelman, University Press of America, forthcoming 2001. Devotions to the Text. Foreword by Edwin J. Barton. University Press of America, forthcoming 2002.

Awards: 1989 Schachterle Prize awarded by the National Society for Literature and Science to “Maximus and the Quantum of Action: Fields of Spacetime and the ‘I’ in Charles Olson’s The Maximus Poems,” as the best essay in the area of Literature and Science; Senior Fulbright Fellowship, Uniwersytet Marii Curie-Sklodowskiej, Lublin, Poland, fall semester, 1991-92; 1999 “Nuove Lettere” International Poetry and Literature Prize awarded to “Democracy and Doublethink” by the Istituto Italiano di Cultura di Napoli, Italy; 2000 “Nuove Lettere” International Poetry and Literature Prize awarded to “The Two Infinites” by the Istituto Italiano di Cultura di Napoli, Italy.

  1. Tiziano Soldavini, Arteterapia linguaggio non convenzionale (Prefazione di Roberto Pasanisi) 2010 € 20 ISBN 88-89203-49-8

dalla Prefazione L’Arteterapia come psicologia clinica

«La creatività artistica esprime l’indicibile del soggetto

per la comunicazione con l’altro, il terapeuta».

 

Christian Picard

«Noi non abbiamo la possibilità di realizzare questo o quello

ma la libertà di fare ciò che è necessario o nulla;

ed un compito che la necessità della storia ha posto

verrà realizzato con il singolo o contro di esso.

Ducunt fata volentem, nolentem trahunt».

 

Oswald Spengler, Il tramonto dell’Occidente

Tiziano Soldavini, con Arteterapia: linguaggio non convenzionale, pubblica un libro di cui sentivamo un bisogno non più rinviabile, e non solo fra gli ‘addetti ai lavori’, ma anche fra tutti i cultori della psicologia in generale, segnatamente clinica: un saggio, quello di don Tiziano, che sa contemperare, con sapiente misura, la teoria e la prassi, una storia essenziale e le prospettive future più rilevanti dell’Arteterapia nella sua vera essenza, ovvero come psicoterapia d’avanguardia; eclettica e sperimentale sì, ma autonoma e completa nei suoi mezzi, nei suoi variegati presupposti teorici come nell’avvincente sua pratica clinica.

In questo senso, l’Arteterapia, come l’arte, deve andare al di là della desiderabilità sociale e del politically correct; o, come si potrebbe dire, mutatis mutandis, dello psychologically correct: libertà, creatività, dinamismo psicologico, autorealizzazione e autovalorizzazione, eterocentrismo e positivizzazione del narcisismo sono gli emozionanti obiettivi generali della terapia, assolutamente prioritarî e alternativi rispetto ai valori (disvalori?) conformistici correnti nella nostra società al suo spengleriano tramonto, Der Untergang des Abendlandes.

 

Roberto Pasanisi

  1. Lidia Ferrara, Con rispondenze in videopagine (Prefazione di Elio Pecora – Postfazione di Giuseppe Cimmino) € 15 ISBN 88-89203-58-7

 

dalla Prefazione

In tanti modi si può leggere, nel senso di intendere, percepire, nutrire mente e anima, muovere  i sentimenti, così da intravedere altre strade, da avviare un altro cammino. Questo e molto altro  vuole provare Lidia Ferrara consegnandoci-donandoci un suo ultimo lavoro che è anche un gioco, anche un’impresa mirabile e preziosa, ma soprattutto un gesto – nel senso del movimento insieme interiore ed esteriore – che parte dall’amore e ad esso torna come impasto di dolore e di gioia, di intelligenza dell’esistere e di inesausta interrogazione di sé e del mondo.

Il lettore, reso partecipe di quanto lo attrae e lo commuove (la mano tesa della piccola verso la lucentezza natalizia; il volto  della donna che portava sulle spalle a scuola il figlio disabile e che, dopo la morte, ne benedice il passaggio; le fotografie di un amore durato nella memoria; insomma il molto che è solo un cenno delle verità nascoste in apparenze fuggevoli) esce da queste pagine, da questa narrazione complessa e pure scarna e immediata, fortemente consapevole di una misura del vivere ancora tutta da apprendere e da conquistare.

Elio  Pecora

  1. Antonietta Benagiano, Di quell’amor… (Prefazione di Roberto Pasanisi) € 15 ISBN 88-89203-71-4

Prefazione

Come diceva Proust, «L’amore è lo spazio e il tempo resi sensibili al cuore». E qui, codesta poesia fresca, degli anni giovanili della poetessa, si struttura proprio fra due livelli: un’emozionante meditazione metafisica sullo spazio e sul tempo; un canzoniere gentile, stilnovisticamente rievocato attraverso mitemi di luce e colore di medievale memoria.

Das Ewig-Weibliche: è qui in fondo, intorno all’ ‘eterno femminino’ che discetta l’autrice, del quale prova a darci un eliotiano ‘correlativo oggettivo’ attraverso versi ed immagini innocenti e chiari come l’acqua, appassionati come l’amore.

Roberto Pasanisi

 

  1. Nicola Maggiarra, Le avventure di Giovannone e altre favolose storie (Prefazione di Daniela Morante) € 10 ISBN 88-89203-77-3

 

dalla Prefazione Candide, la saggezza  popolare e l’anima delle cose

C’era una volta la fiaba che aveva tra le sue finalità quello di  infondere nei bambini un senso etico del comportamento, da imprimere e consolidare nel futuro della loro vita. Davanti ad un fuoco d’inverno, in una masseria di campagna o nella penombra di una stanzetta, distesi e rilassati nel tepore delle coperte, l’immaginario fiabesco risvegliava e portava alla coscienza difetti e virtù, contraddizioni e desideri  dell’animo umano. Mostri, fate e vampiri, elfi ed orchi, popolavano così la parola narrata, sussurrata, notturna e inusuale, distante dalle incombenze del presente o dai dubbi sul futuro, accompagnando narratore e ascoltatore nelle profondità misteriose dell’insondabile e dell’invisibile.

Le avventure fiabesche  di Maggiarra vengono così da lontano, ma parlano vicino al cuore un linguaggio che vivifica e fa pensare. Esse non sono solo rivolte ai bambini, che ben comprendono empaticamente la semplicità di Giovannone, o la possibile gioia e sofferenza  di una pianta o una casa, ma regalano anche a noi adulti, dimentichi e frenetici, sufficientemente nevrotici, una piccola faglia di luce per stemperare e dissolvere,  semmai con la riflessione, la pesantezza di granitici pensieri.

Daniela Morante

 

RIVISTE

“Nuove Lettere” (rivista  internazionale di poesia e letteratura dell’Istituto Italiano di Cultura di Napoli)

1990-

€ 30 all’anno

ISSN 1126-2559

 

Collana di narrativa elettronica

dell’Istituto Italiano di Cultura di Napoli

diretta da Maria Peruzzini

LA CITTADELLA

  1. Giovanni Teresi, Racconti di altri tempi (Prefazione di Laura Piacentini) € 5 88-89203-80-3

dalla Prefazione

Un odore sentito per caso ha  l’impareggiabile potere di rimaterializzare  i nostri ricordi del passato, all’improvviso, come  una scintilla per un bel fuoco. Niente è memorabile, niente sollecita tutti gli altri sensi,  come quel certo  profumo che zaffato ci permette di viaggiare nel tempo e come sostiene Gaston Bachelard, è quel “particolare immenso” che ci guida in un istante al cuore delle cose.

Dallo stile sobrio, dove l’elemento di continuità con il passato resta il ricordo ed il soffermarsi sulla vita vissuta, ha l’abilità di saper descrivere la sua gente, la povertà contadina  (“…i pescatori con le facce aggrinzite dalla salsedine…”)  che ha fatto la storia di quei luoghi,  quella storia che è la nostra maestra di vita.

                                                                                          Laura Piacentini

FUORI  COLLANA

 

 

12. Nicola Maggiarra, Le avventure di Giovannone e altre favolose storie (Prefazione di Daniela Morante) ISBN 88-89203-77-3

Le avventure fiabesche di Maggiarra vengono così da lontano, ma parlano vicino al cuore un linguaggio che vivifica e fa pensare. Esse non sono solo rivolte ai bambini, che ben comprendono empaticamente la semplicità di Giovannone, o la possibile gioia e sofferenza  di una pianta o una casa, ma regalano anche a noi adulti, dimentichi e frenetici, sufficientemente nevrotici, una piccola faglia di luce per stemperare e dissolvere,  semmai con la riflessione, la pesantezza di granitici pensieri.

13. Antonietta Benagiano, Multa Paucis (Prefazione di Roberto Pasanisi) € 15 ISBN 88-89203-83-8

È un rimare guittoniano, dal sentire morale risentito, dalle «rime aspre e chiocce», che non di rado ricerca schoenberghiane dissonanze foniche e timbriche, striduli ossimori, infernali metafore e metonimie, incalzanti sineddochi, in un engagement comunque ‘anti-conviviano’, laddove la poetessa è fuggita «de la pastura del vulgo» per spiegare aristocraticamente multa paucis. Ciò non toglie però che la sostanza più profonda di questa poesia resti comunque lirica e sentimentale: è il dolore leopardiano del poeta che ci propone l’altro versante dell’analisi del mondo, quello delle emozioni turbate e della bellezza ferita. È una Weltanschauung, quella della poetessa di Massafra, che mira a una conoscenza e a una denuncia della realtà mediante lo strumento della poesia: ovvero l’intuizione, la percezione immediata e immaginosa, l’espressione iconico-verbale petrosa attraverso un universo di poesia che racconti, con accenti accorati – talora sommessi, talaltra rabbiosi – la deriva inesorabile del mondo, la fiamma di un’antica civiltà che nell’inciviltà ed in un esiodeo ritorno al cháos primigenio sta spegnendo – sotto la guida impersonale e imperscrutabile dei fati – per sempre se stessa (dalla Prefazione di Roberto Pasanisi).

 

Torino, 25 aprile 2013
Cara Antonietta,
ammiro molto le tue poesie, così varie quanto ad argomenti e a intenti, ma tanto coerenti quanto a scrittura e impegno e tanto esemplari ed efficaci per quel che riguarda le idee, le sentenze, i concetti, le narrazioni, le esperienze di vita.
Le tue poesie sono morali e visionarie, riflessive e dolorose; e il discorso è sempre appassionato fino alla luce piena della rivelazione del vero.
Con viva amicizia,

Giorgio Barberi Squarotti
(da una lettera all’Autrice)

  1. Nicola Maggiarra,Matti da legare. Le avventure di Asprigno e Fortigno(Prefazione di Morena Pes) € 10 ISBN 88-89203-86-2

La morale giunge anche dalla vita di campagna, fedelmente raccontata dalle sgangherate peripezie dei due coniugi Asprigna e Fortigno, tra tragedie inattese e piccoli orrori dettati dalla stoltezza e dall’ingenuità di entrambi, che, seppure in maniera diversa, creano situazioni tragicomiche risolte solo con un grande spavento. Le fiabe, narrate dall’autore Nicola Maggiarra con toni semplici e ironici, impartiscono lezioni, celate in personaggi a volte crudeli ma mai del tutto consapevoli, abilmente descritti con umorismo ed evidenziati dal segno fresco e gioioso dell’illustratore Davide Manzi (dalla Prefazione di Monica Pes).

 

LO SPECCHIO OSCURO

Collana di poesia

dell’Istituto Italiano di Cultura di Napoli

diretta da Roberto Pasanisi

sigla Catalogo degli Editori Italiani: SO

64. Domenico Porfido, Via Sehnsucht (Prefazione di Luigi Natale) € 10 ISBN 88-89203-84-6

Domenico Porfido è nato ad Avellino nel 1991.
Ha vinto la XXVIII edizione (20112) del Premio Internazionale di Poesia e Letteratura “Nuove Lettere” con la poesia inedita La giacca di Carmen.

Questa raccolta di poesia, Via Sehnsucht –pubblicata con la prefazione di Giovanni Teresi nelle Edizioni dell’Istituto Italiano di Cultura di Napoli in séguito al Premio “Nuove Lettere” –, sono istantanee sentimentali, miniature acquerellate di vita giovanile, racconti in versi, cammei di figure nei quali si rispecchia la sua tersa interiorità.

65. Massimiliano Discepola, Dalla punta del molo (Prefazione di Fabiola Panero; postfazione di Maria Teresa Fulco) € 10 ISBN 88-89203-85-4 

Massimiliano Discepola è nato nel1967 a Napoli.
Ha partecipato a diverse edizioni del Premio “Nuove Lettere” dell’Istituto Italiano di Cultura di Napoli, vincendolo nel 2009 (con la poesia Tu sei qui), 2010 (con il racconto Il risveglio ed i versi Come l’acqua nella sabbia), 2011 (con la poesia Mare Nostrum) e 2012 (con la lirica Pensieri nel tempo).

Dalla punta del molo, la sua seconda raccolta, tesse in forma di poesia emozioni in itinere, che nascono e si coagulano come appunti raccolti nel tempo e nei luoghi della quotidianità: così l’autore esprime il suo sguardo sulla realtà con parole che, come fiumi torrenziali nei loro alvei, provano a trovare per questa via la loro dimensione poetica. 

Collana di poesia in plaquette

dell’Istituto Italiano di Cultura di Napoli

diretta da Roberto Pasanisi

NUGAE

sigla Catalogo degli Editori Italiani: NU

14. Maria Rossi, Tempera di salute (con un disegno elettronico di Roberto Pasanisi, E…)  (Prefazione di Roberto Pasanisi) € 8 ISBN 88-89203-79-X

Come scriveva la Rochefoucauld, «Non si desidera mai ardentemente ciò che si desidera solo con la ragione». E ragione e cuore si intrecciano con tenue ma appassionata delicatezza in codeste ariette dei sentimenti familiari, dei ricordi gentili di tutta una vita, delle fascinazioni soavi di quella regione fragile e multicolore dell’incontro fra anime in sogno.

Ce lo dice l’autrice stessa, quando nell’ouverture della raccoltina si chiede, con aerea levità:

Tu inserisci un perché…

Perché… ti amo
e volo all’orizzonte
fatato di sogni,
in un aere lieto.
Chi sa più di me?
Tanti o forse nessuno…

Certo, «non si giudica chi si ama» (J.P. Sartre); ma se ne chiede la comprensione profonda, quella senza ‘perché’, quella che corre attraverso gli sguardi e le espressioni, le sensazioni condivise e le intuizioni rapinose, quasi come di cavalcantiani spiritelli che volano impetuosi da cuore a cuore…

È una poesia della compagnia, dell’unità, dello stare insieme parentale e sereno, quella di Maria: sul filo orlato dei ricordi come su quello intessuto del presente, nella continuità della vita che va oltre la vita, trovando nel particolare di un gesto, di un nome, di un ammiccamento il senso più sommesso ma nel contempo rimarcato dell’universale, del vivere vero.

Sì, perché «non si gode a possedere qualcosa senza compagnia», diceva Erasmo da Rotterdam.

E la poetessa lo sa bene, e ce lo dice con voce tremula di emozione ma non timida di passione: ricordandoci, con Claude Adrien Helvetius, che «non si vive se non il tempo che si ama». (dalla Prefazione di Roberto Pasanisi)

Collana di narrativa

dell’Istituto Italiano di Cultura di Napoli

già diretta da Giorgio Saviane

LA BELLEZZA

sigla Catalogo degli Editori Italiani: BEL

43. Salvatore Piccoli, Le stagioni di Fondachello e altri spiriti (Prefazione di Giovanni Teresi) € 10  ISBN 88-89203-81-1

Lamezia Terme, 13 novembre 2012 – È venuto a mancare Salvatore Piccoli, scrittore e storico calabrese. Nato a Castagna, frazione di Carlopoli, studioso del pensiero gioachimita e di storia medievale e risorgimentale, è stato autore di diverse opere di storia, di poesia e narrativa, ottenendo consensi e riconoscimenti significativi. Un uomo colto il cui nome rimane indissolubilmente legato alla terra di Calabria, all’amata Castagna e alla Sila, da lui sempre appassionatamente raccontate sia nelle sue opere sia nella vita quotidiana, quando accoglieva con piacere turisti o studenti che avevano necessità di informazioni e nozioni di storia e di letteratura.

L’Istituto Italiano di Cultura di Napoli ha perso un socio, un amico, un autore fra i suoi più amati: vincitore del Premio “Letteratura”, aveva pubblicato nelle ICI Edizioni Scritti storici e letterari, mentre aveva in preparazione con noi Le stagioni di Fondachello e altri spiriti, che abbiamo pubblicato postumo, in memoriam: un commovente testamento spirituale, autobiograficamente sofferto ma letterariamente luminoso come una stella al tramonto…
il Comitato scientifico dell’Istituto

Collana di narrativa elettronica

dell’Istituto Italiano di Cultura di Napoli

diretta da Maria Peruzzini

LA CITTADELLA

7.Giovanni Teresi,Racconti di altri tempi(Prefazione di Laura Piacentini) € 5 ISBN 88-89203-80-3

Le immagini del passato scorrono pure,  alla ricerca delle radici dell’ uomo. “…le storie di vita sono preziose testimonianza del passato, sono cartoline illustrate…”
Chi saremmo noi senza l’emozione del ricordo?
Dallo stile sobrio, dove l’elemento di continuità con il passato resta il ricordo ed il soffermarsi sulla vita vissuta, ha l’abilità di saper descrivere la sua gente, la povertà contadina  (“…i pescatori con le facce aggrinzite dalla salsedine…”)  che ha fatto la storia di quei luoghi,  quella storia che è la nostra maestra di vita.
(dalla Prefazione di Laura Piacentini)

8. Angelo Ruggeri, Racconti per un giorno di pioggia (Prefazione di Giovanni Teresi) pp. 118 € 5 ISBN 88-89203-82-X

Angelo Ruggeri, ritornando all’architettura, si sofferma al patrimonio artistico dei famosi palazzi della Toscana e della Romagna, che sono stati creati in ragione di un’estetica piena di fede e traboccante speranza che costituisce un già e non ancora. “Almeno gli antichi castelli non erano privi di bellezza e ancor oggi rendono più bello ed interessante il paesaggio naturale  tanto che  molti sono stati ristrutturati e trasformati in alberghi …”. Descrivendo le bellezze storiche e paesaggistiche di Formello, suo luogo natio, ne denuncia, ahimè, il degrado e il depauperamento del paesaggio perpetrato da mani inesperte: “… si è lasciato libero campo al caso e alla speculazione, si è costruito ovunque ma senza ragione”, come è avvenuto in diverse città italiane.
Infine, con una certa amarezza, di chi ama profondamente l’architettura, il nostro cita i versi del Pascoli  del “Tempio in rovina”, da lui tradotti dal latino:“… Qui spesso su queste rovine /mi piacerebbe meditare, /conscio della vanità delle cose/e dell’alterne vicende delle sorti umane, /qui vorrei conversare col Dio sconosciuto/che ora, privo di tempio, vaga di popolo in popolo …”. (Giovanni Teresi)

Edizioni dell’Istituto Italiano di Cultura di Napoli

ICI Edizioni

Collana di poesia LO SPECCHIO OSCURO diretta da Roberto Pasanisi

sigla Catalogo degli Editori Italiani: SO

  1. Virgilio Atz, I detriti necessarj (Prefazione di Ludovica Cazzato) 2014 € 10 ISBN 88-89203-93-5  

È attraverso fotogrammi, flash e zumate di poesia che Virgilio Atz fa percorrere il cammino della sua esistenza, segmento d’anima per segmento d’anima.

Appena dopo l’uscio dei giocattoli su cui arde «il desiderio di credere nella necessità di crescere, azzardare, vivere oltre ogni limite», ecco il suo ‹gioco delle tre carte», sempre condotto lungo una linea benevola che fa guardare con affettuosa ironia agli inevitabili inciampi della vita: perché tanto il bambino che, incuranti, abbiamo lasciato indietro per diventare grandi, ci riconoscerà, quando sarà il momento, nonostante «rughe guardinghe che sollecitano ad un maggior contegno»; nonostante tutto e nulla ci chiederà.

Il «Dio della memoria» non lascia nulla sul fondo; riemergono «detriti stirati» e «detriti che vorresti spariti» ma, in allusione al titolo della raccolta, tutti necessari e fertilizzanti come «un album di effetti personali, come «l’inutilità necessaria della poesia», che può regalare lenti più sottili e potenti e scardinare visioni credute immobili, ma che presuppone la vita sempre e comunque.

È nel pensiero dell’autore capovolgere gli aspetti del fenomenico quotidiano, giacché cassaintegrate risultano le «certezze ereditate», «sciogliere l’impasto che lega la lingua», riportare «al netto» la realtà attuale.

Pagine poetiche, quelle di Atz, pervase dalla ricerca di una musica propria, in sintonia con i suoi temi e dal personalissimo timbro.

Il collage che si dipana agli occhi è intenso e surreale, fatto di associazioni spontanee e costruito secondo leggi istintive che una lettura empatica fa dedurre facilmente, poiché siamo «tutti figli di una mela mitica», tutti «figli di un pendolo che tutto porta al cielo».

Ludovica Cazzato

 

 

Collana di poesia in plaquette NUGAE diretta da Roberto Pasanisi

sigla Catalogo degli Editori Italiani: NU

  1. Maria Rossi, Versi compunti 2014 € 8 ISBN 88-89203-90-0

Maria Rossi Spillantini è nata a Sansepolcro (Arezzo) nel 1943. Laureatasi a Firenze in Materie letterarie, ha insegnato nei Licei scientifici statali. Vive attualmente a Firenze, dove frequenta la Libera Cattedra di Poesia ‘900. Ha conseguito il Premio Maestrale San Marco a Sestri Levante (1998) e, nell’àmbito del Premio Internazionale di Poesia e Letteratura “Nuove Lettere”, ha vinto il Premio Speciale “Nuove Lettere” (VIII edizione, 1999) con la poesia edita Memoria, il Premio “Nuove Lettere” (IX edizione, 2000) con il racconto Lavoro. Ha già pubblicato, nella collana Lo specchio oscuro delle Edizioni dell’Istituto Italiano di Cultura di Napoli (ICI Edizioni), le raccolte di poesie Coriandoli 2000 (2001), Pensieri (2002), Pleiadi (2006), Preghiera (2008), C’è Elia (2007) e Alice (2009), edite in quanto classificate tra le opere di poesia inedita premiate nelle edizioni del Premio “Nuove Lettere” rispettivamente del 2007 e del 2008. Ha vinto anche l’edizione del 2011 con l’opera Valentino edita da La Versiliana editrice. Nel 2013 ha pubblicato, nella collana Nugae delle ICI Edizioni, sotto il nom de plume Maria Pace Buitoni, la plaquette di poesie Tempera di salute, prefata da Roberto Pasanisi.

Collana di narrativa LA BELLEZZA già diretta da Giorgio Saviane

sigla Catalogo degli Editori Italiani: BEL

  1. Salvatore Piccoli, 1299. Lungo i profili del fiume (Prefazione di Lorena Politi Cubero) 2014 € 10 ISBN 88-89203-87-0

L’Abbazia di Santa Maria di Corazzo fu fondata dai Benedettini nel XI secolo vicino al fiume Corace in provincia di Catanzaro (Calabria), passando nel secolo successivo all’ordine monastico dei Cisterciensi con cui raggiunge il massimo splendore. Crocevia culturale e religioso subisce due terremoti disastrosi, l’abbandono progressivo, la spoliazione delle opere d’arte che si conservavano all’interno e infine la soppressione nel 1808 da un decreto del governo di Giuseppe Bonaparte, lo stesso anno in cui fu nominato re di Spagna dove era conosciuto con il soprannome di Pepe Bottiglia.
Attualmente si possono ammirare le imponenti rovine dell’antica abbazia nella località di Castagna, traboccanti di una storia che cela ancora quell’alone di mistero che sopravvive al passare del tempo e alla caduta dei suoi ruderi.
A una parte di quella storia appartiene anche il protagonista del racconto, un cavaliere girovagante in terre calabresi che cerca qualcosa che nemmeno lui sa, seguendo solo il suo istinto che lo porta fino all’Abbazia di Corazzo. Ad un certo punto questa ricerca si tramuta trovando quello che non stava cercando o che non si sarebbe mai aspettato di trovare, complicando la stessa ricerca o semplicemente ponendo fine ad essa. E penso che forse il lettore non sia tanto diverso dal protagonista di questo racconto inventato o magari ispirato in una storia realmente accaduta, un indomito cavaliere che impiega la sua esistenza in un viaggio alla ricerca intensa di qualcosa: fortuna, venture, destino, sorte… o forse unicamente felicità.

Lorena Politi Cubero

 

Collana di saggistica LETTERE ITALIANE già diretta da Franco Fortini

sigla Catalogo degli Editori Italiani: LI

  1. Laura Ortolani Serafini, La gaia scuola. Le scoperte di una didattica attiva (Prefazione di Raimondo Cagiano de Azevedo) 2014 € 10 ISBN 88-89203-89-7

E da ultimo, ma non per importanza, la sostanza del Laboratorio: gli studenti e le aree disciplinari e di ricerca. Due elementi difficilmente scindibili e riag- gregati nella dimensione dello sviluppo intellettuale e scientifico della persona. Studenti avviati nella scuola verso quelle nuove professioni sulle quali, anche qui, molto si pontifica in assenza di sperimentazioni. Così vediamo dal Labo- ratorio di Laura uscire giornalisti e intervistatori che ascoltano gli altri non imponendo proprie verità già precodificate; ecologi ed ambientalisti che si confrontano con il loro microsistema, relativamente privi di teorie e di siste- mazioni ideologiche, ma armati di attese per il futuro; giovani filosofi senza sedimentazioni che guardano all’uomo mondiale come persona integrale ed integrata in un processo di evoluzione fisica e psichica; politici che pensano ad un federalismo che non è quello “ad excludendum” vilmente ribattezzato per coprire vieti nazionalismi, ma quello “ad conciliandum” aspirazioni sociali con competenze e corrispondenti istituzioni di potere che in Proudhon trovano il non troppo lontano ispiratore; nuovi tecnici in erba alle prese con l’inflessi- bilità delle leggi naturali ma con l’elasticità degli strumenti, ancora inesplorati, di convivere progredendo con esse.

Quante alternative, nel Laboratorio di Laura, alla fatalità della disoccupa- zione giovanile; quanta naturalezza nelle visioni locali, regionali, nazionali, europee e mondiali laboriosamente riconciliate; quanta professione nell’essere tutti docenti e discenti per una migliore qualità della vita e del lavoro. Vengono in mente le figure rinascimentali delle scuole; delle vere scuole; quelle dei maestri artigiani, dei maestri dell’arte; degli artisti e delle opere d’arte; quelli che non si dimenticano.

Raimondo Cagiano de Azevedo

Preside della Facoltà di Economia presso l’Università “La Sapienza” di Roma dal 1996 al 2002

  1. Giusy Negro, Music between Play and Communication (Introduction by Paolo Pellegrino) 2015 € 12 ISBN 88-89203-95-1 

The educational models by E. Pestalozzi, J.F. Herbart, F. Fröbel and other scholars share the same rejection of abstract teaching, the request for concreteness in learning, the insistence on the necessity of adapting teaching to pupils’ physical and mental development and to their interests and needs as well. Hence the stress on intuition, which Pestalozzi regards as the basis for knowledge, the call for spontaneousness (which may seem ingenuous today, as it reminds us of the myth of “natural knowledge” as enunciated in Rousseau’s Emil), the insistence on children’s characteristic way of learning and on the role of games in forming their personalities (as theorized by Fröbel). These models also share the belief that the mind of a child is not a tabula rasa where anything can be written, but a store of prior knowledge to which educationists should refer as a point of departure.

Art activities are considered as essential as science for the development of personality. Scholars are far from the old imitative principles and the old conception of teaching as they state that art education “starts from the use of the senses, organs and limbs” (hence the need for “elementary exercise”, cf. Pestalozzi) or as they point out the effectiveness of games for training children to rhythm and singing (Fröbel).

Music – as well as the other forms of art – is considered a synthesis of the senses and the inner life and a means of expressing one’s own corporeity, affectivity and intelligence. Through music we gain self-awareness and fulfil ourselves in the social context we belong to at the same time. In the last chapter the Author stresses the positive and invigorating effects that music has on children with regard to perception, affectivity, motivation and creativity. She brings honour to some pioneering intuitions by Ferrante Aporti, Rosa Agazzi and – in particular – Maria Montessori, who insisted on sound perception as the basis for a good understanding of music.

This introduction is an attempt to clear up the purpose on which Giusy Negro wrote her book, which alternates reflections upon music with methodological suggestions for teaching. The essay is organized into thematic blocks that may seem not strictly interrelated from a formal point of view. Such a structure probably reflects the Author’s personality and her interests. A guiding thread is to be found in it, however: the ambivalence of music, which can act as a game and a powerful instrument of communication at the same time. Hence the spin-off it provides for clinical medicine (music therapy) and education. The Author displays a clear understanding of the world of sounds and a profound passion for teaching in this book. She will certainly carry on her research work with interesting results.

Lecce, 25th April 2009

                                 Paolo Pellegrino

FUORI  COLLANA

 

  1. Roberto Fiaschetti, Mare amaro. Uno squarcio di vita (Prefazione di Angela Maria Tiberi) 2014 € 8 ISBN 88-89203-88-9

L’artista riesce ad avvincere il lettore, senza distinzione di ceto e di diversità culturale. Sono vere e da meditare: “anche nei momenti di maggior difficoltà, la cosa importante è che ognuno di noi decida di essere il protagonista della propria vita, senza mai smettere di progre- dire, o di sminuirsi, indietreggiando di fronte agli ostacoli, porta come risultato la sconfitta.” Daisaku ikeda

L’autore, in queste frasi: “… la mia vita un’avventura rocambolesca

… parole dense… non solo depositate su carta ma incise nel mio pen-

siero e nella mia carne. Parole semplici che il tempo voleva cancellare

dalla memoria in ogni momento ma che niente potrà più cancellare…”

ogni essere umano sia dell’est, dell’ovest, del nord, del sud del no-

stro martoriato pianeta dovrà ricordare che solo l’amore ha sempre

sconfitto il male fin dalle origini umane e fino alla fine del sistema

avido, indifferente alle sofferenze umane. L’artista mi fa ricordare gli

uomini giusti che hanno sbagliato ma poi sono stati illuminati dal-

l’amore e dalla compassione fraterna che unirà tutti gli uomini in un

nuovo mondo chiamato Kosen- rufu o chiamato Regno di Dio.

Gli uomini umilmente devono comprendere che se vogliono rima-

nere superstiti su questo pianeta devono aprire il loro cuore ed annul-

lare ogni odio e rancore.

L’autore ci invita ad incominciare questo lungo cammino.

Angela Maria Tiberi

 

Collana di narrativa elettronica LA CITTADELLA diretta da Maria Peruzzini

  1. Giancarlo Carioti, Il fluire (Prefazione di Lorena Politi Cubero) pp. 150 2014 € 5  88-89203-91-9  

Giancarlo Carioti consegna in questo romanzo il suo ruolo da scrittore al protagonista del libro, che diventa il romanziere di un’altra storia. Egli a sua volta cederà volontariamente le sue vesti di protagonista ad altri personaggi creati proprio da lui, i cui ruberanno alternativamente a esso questo ruolo principale.

Il fil rouge che guida il racconto è il libro dentro il libro, un metaromanzo che adotta come oggettivo l’atto stesso di raccontare. Carioti crea una narrazione che ha dentro di sé un’altra narrazione, una specie di tessuto tramato con racconti dove sovrappone due livelli narrativi diversi, mettendo così in relazione due mondi separati.

L’autore genera una sequenza tra una storia e un’altra con abilità e ordine, catturando la totale attenzione del lettore senza provocare confusione ma lasciandolo in sospeso sul più bello, fino alla sequenza seguente.
Il lettore rimarrà allettato dalla storia nella storia, il racconto di un amore tra due personaggi le cui vicissitudini s’intrecciano molto da vicino con «un evento».

Carioti gioca con minuziose ma fluide descrizioni per enfatizzare certe situazioni della trama; descrizioni di oggetti, luoghi e personaggi così dettagliate da permettere al leggitore di immaginarli con estrema precisione.
Il decorso del racconto dentro il racconto stesso riesce a lanciare il lettore da una storia all’altra; due storie queste, dove Carioti fa sì che fino all’ultimo dettaglio prenda vita.

Con questo libro il lettore s’impegna a non seguire la narrazione, bensì a proseguire insieme a essa per immergersi in due mondi diversi ma con un denominatore comune, che scoprirà soltanto leggendo il romanzo. «Del resto, l’unica prefazione di un libro è la mente di chi lo legge» scrisse il poeta portoghese Fernando Pessoa.

Lorena Politi Cubero

  1. Angela Maria Tiberi, L’illusa del castello (Prefazione di Pasquale Francischetti) pp. 400 2015 € 5 88-89203-96-X

In quest’opera di Angela Maria Tiberi, L’illusa del castello, si nota immediatamente un fatto certo, e cioè che: i ricordi si snodano con una musicale meditazione e con concreti commenti sulla propria vita; commenti che a volte sfociano in trasfigurazioni poetiche con efficaci motivi sentimentali.

L’illusa del castello contiene tutta l’esperienza umana dell’Autrice, che qui genera con efficacia sia i motivi poetici, sia quelli narrativi, immergendoli in un’amplificazione ornamentale che arricchisce la narrazione-poetica dell’intera opera.

I sentimenti, generati dai suoi ricordi, sono avvolti spesso da una tensione emotiva che fa aumentare a dismisura l’atteggiamento idillico e meditativo; coronando il tutto in una fiorente e (al tempo stesso) riposata autobiografia.

Tutto il racconto lascia attorno a sé una lieve e diffusa vibrazione lirica-narrativa, una serie di armoniose figurazioni e riflessioni, a volte anche filosofiche, che ci riportano alla mente le nostre melodie familiari e la grazia contenute in esse.

Il ritmo scorrevole sembra sostenere e guidare la parola, tesa a volte ad aumentare la “nostalgia” dei tempi passati; ma è in grado anche di riportare alla mente gli aspetti intimi che nel tempo non hanno perso la loro ispirazione ed il loro valore intrinseco.

Non mancano brevi racconti che raffigurano personaggi noti, o venuti alla cronaca, come il comandante della nave Concordia, Francesco Schettino, di cui la Tiberi ha dato un giudizio più che positivo, dedicandogli perfino due poesie.

Bisogna però precisare che il detto giudizio risale a due anni prima della tragedia all’Isola del Giglio; questo va detto per non confondere il lettore.

A proposito di poesie, ci piace riportare per intero, la poesia: Amami ancora per dare al lettore una breve visualizzazione del valore poetico di Angela Maria Tiberi: “Amami ancora, / non dimenticare che la notte / è illuminata dalle stelle / come il tuo cammino risplende il mio volto / avvinto al tuo destino. / Amami ancora, / io sono la tua aurora / dopo la vita tormentata dall’agonia / di un abbandono senza sorriso. / Amami ancora, /sarò la tua compagna di viaggio / di un amore infinito come / l’universo che racchiude il nostro destino.”

Riguardo un saggio sulla sua narrativa, esso è da ricercarsi nel valore complessivo di quest’opera, che è di indiscutibile concretezza, (come abbiamo già detto), ed è in attesa di un più vasto riconoscimento da parte del ricco pubblico dei lettori.

Infine, senza dilungarci sulla segreta suggestione della sua formazione stilistica, possiamo affermare che le delicata ispirazione di certe sue figure: reali, immaginarie e quant’altro, portano Angela Maria Tiberi ad una dovuta e meritata attenzione da parte dei molti, i quali troveranno senza dubbio un beneficio interiore nel leggere la presente opera.

Pasquale Francischetti

Presidente del Cenacolo Accademico Europeo “Poeti nella Società”

 

Collana di saggistica elettronica NEAPOLIS diretta da Roberto Pasanisi

  1. Giancarlo Carioti, L’evirazione dell’edonos dall’arte moderna (Prefazione di Pietro Gulisano) pp. 54 2014 € 5  88-89203-92-7  

Ed è così, che con l’ingresso dell’ Art Nouveau e dei suoi pittori e architetti, come ad esempio Klimt,  –  con la sua pittura, dai colori e dai segni, non più frammentari e  discontinui -, riscopriamo l’immagine di un amore riunito nuovamente ad un illimitata realtà, a un trascendente che permea il tutto conferendo unità a un molteplice, a un vuoto; cambiamento inaspettato del precedente concepire e vivere una realtà con disgusto, frutto di una stanzialità dogmatica nella quale l’immagine, come nelle memorie di Gauguin e Van Gogh,  diventa cornice a un esistenza schiacciata dalla colpa e dall’ansia edipica. Pittura, come quella di Matisse, con immagini gentili rese con tinte minacciose, immagini che tentano un riconoscimento nel divino ma infangate dal nostro peccato e dalle nostre meschinità. Metafora realizzata nel Les daimoiselles di Plablo Picasso, dove l’artista ci da l’immagine di cinque  mostri, in realtà cinque bellezze femminili deturpate dal vizio, costruzione di un bello appositamente violentato nella sua natura e dove l’artista reclama un diritto di condivisione alla sua “Tragedia personalis”.

Solitudine dell’artista e affermazione della sua transitoria identità che arriva addirittura a frantumare l’amore per il figurabile; l’opera, come nelle espressioni pittoriche di Georges Braque diventa non più comprensibile, frutto di una vita e di un sistema sociale altrettanto incomprensibile e al quale l’artista si oppone tentando di terrorizzandoci con l’enigma, col non scorrere un identità piena e rassicurante della realtà, per cui l’incertezza, il dubbio, e la non compiuta determinatezza può provocare sofferenza.

Stati emotivi costruiti in una identità carica di costrutti di ribellione dello spirito contro la materia, coscienza soggettiva dell’artista che si esprime nell’interpretare una realtà esterna, non più obiettiva ed esistente a priori nella sua essenza se non nella visione soggettiva dell’artista; è l’anima dell’artista che irrompe nella realtà connotandola di significati simbolici propri della sua identità.

Come sottolineato dall’autore, l’arte, mettendo in discussione forme e contenuti arriva a diventare “irrapresentazione”, ma ad essa si contrappone una “scienza del bello” ; ad esempio in Henry Van de Velde e Victor Horta, due geni dell’architettura moderna riscopriamo la bellezza e l’autentica delle forme e dell’esperienza creativa.

Affabile lettore, ti lascio alla lettura di quest’opera, di questa guida che avvia alla comprensione, alla conoscenza e alla ricerca, di un integrazione coerente e preziosa di un sapere, sostenibile nelle diverse e molteplici espressioni dell’arte moderna, fra etica ed estetica.

Pietro  Gulisano

FUORI  COLLANA

16. Roberto Pasanisi (a cura di), E piove in petto una dolcezza inquieta. Antologia di poesia italiana contemporanea (Prefazione di Roberto Pasanisi) 2016 € 15 ISBN 88-89203-02-1

Il poeta tra le rovine. Fra ‘civiltà di massa’ e ‘morte dei valori’ una via oltre la modernità

 

Più in generale, come già aveva compreso Platone, antesignanamente ponendosi  in una prospettiva di ‘psicologia del profondo’21, i messaggi martellanti e spesso subliminali inviati dal potere occultamente piegano l’individuo agli imperativi del sistema: non è necessario che egli ne segua razionalmente e alla lettera le direttive; è bensì sufficiente che, da un lato, si assuefaccia ai valori del potere, registrandoli inconsapevolmente nel suo Inconscio, abituandosi ad essi e a considerarli normali per quanto deprecabili; che, dall’altro, trovi una giustificazione ideologica al suo agire conforme agli imperativi del capitale. Il cinema e la televisione costituiscono due fra i canali maggiormente privilegiati dal sistema dominante per imporre alle masse la propria ‘visione del mondo’22.

Sensibili sono, in tutto questo, le analogie col Trecento, di cui sembrano ciclicamente riprodursi, sia pure in una prospettiva assai più ampia e complessa, tanto il terremoto ideologico e culturale quanto la progressiva estensione della categoria dell’ ‘economico’23; ma l’alienante drammaticità d’una condizione in cui il valore dell’uomo è legato ai suoi chrémata era già dolorosamente avvertita dalla cultura greca arcaica, da Teognide fino all’Anonimo dell’Athenaíon politeía.

In tutto questo emerge il drammatico straniamento di un’umanità che ha smarrito l’armonia fra ánthropos e physis, che era stato uno dei più profondi insegnamenti lasciati in eredità dal mondo classico alle generazioni a venire, e che è il cuore dell’Umanesimo. L’uomo moderno insomma, per usare una categoria ideologica della cultura greca arcaica, si è macchiato di hybris, valicando con folle ‘tracotanza’ i suoi limiti e sconvolgendo il naturale ordine delle cose, che ora inesorabilmente gli si rivoltano contro, di giorno in giorno più minacciose.

D’altra parte, i ‘valori’ effettivamente rappresentano un elemento irrinunciabile per la sopravvivenza psichica dell’uomo moderno: come dice Joseph Wood Krutch in The Modern Temper, «Tutte le società che hanno oltrepassato il vigore della loro giovinezza rivelano la loro perdita di fede nella vita col non considerare più quei processi fondamentali che come mezzi ad un fine. […] La volontà subumana di vivere che è interamente sufficiente per l’animale può essere rimpiazzata dalla fede, la fede può essere rimpiazzata dalla filosofia, e la filosofia può attenuarsi finché diventa un puro gioco, come la moderna metafisica»24. In effetti, come dice Luigi Lombardi Satriani, «il conferimento di senso è uno dei nostri bisogni psichici fondamentali. Noi non riusciamo a sopravvivere se non diamo senso al mondo e al nostro agire. La perdita di senso costituisce alienazione in senso radicale, cioè l’esperienza della follia»25.

Il cómpito della letteratura – e segnatamente della poesia – appare dunque, sotto varî aspetti, privilegiato: non solo da un punto di vista razionale, idest critico, ma anche (e staremmo per dire soprattutto) rivoluzionario, ribellisticamente ‘altra’ rispetto al sistema, attingendo essa direttamente all’Inconscio; insomma alla primigenia, violenta purezza dell’istintuale e del biologico. Ne nasce così una creativa dialettica fra letteratura e potere, visto anche che «Ogni cultura è sempre il frutto di un equilibrio tra l’esigenza della norma e l’esigenza della trasgressione»26. Come ha detto Michel Foucault nella sua ormai celebre Storia della follia, «l’essere della letteratura, così come si produce dopo Mallarmé e sino ai nostri giorni, conquista la regione dove, da Freud in poi, avviene l’esperienza della follia»27.  E se è vero, com’è vero, che «La poesia è l’arma con cui la ragione ascolta organizza ed esprime, nel tentativo di contrapporsi alla morte del sentire, alla follia che appunto sempre la insidia»28, l’artista deve dunque venire ad inscrivere la sua azione sotto il segno d’un paradosso, d’una tragica ma fattiva antinomia: «essere contestualmente elemento del sistema» (così da non esserne emarginato, e potere quindi far sentire la propria voce) «e un antagonista del sistema»29 (così da esserne la dinamica ‘coscienza critica’, la sua inarrestabile dialettica interna). Visto anche che, come scrive Horkheimer, «Al culmine del processo di razionalizzazione, la ragione è diventata irrazionale e stupida».

Una volta, «rivoluzionari erano coloro che, dopo aver fatto della teoria magari fondando un giornale, passavano all’azione. Oggi c’è forse necessità di passare dall’azione alla teoria, ossia a una nuova cultura della rivolta contro lo stato di cose: magari facendo, appunto, un giornale»30 od un’antologia di poesia: perché, come ha detto Hugo Friedrich, «La lirica è rimasta comunque, nella sua potenza grandiosa e pur così lieve, una delle libertà e delle audacie con cui la nostra epoca riesce a sfuggire alle catene della funzionalità»31.

Roberto  Pasanisi

Collana di saggistica in plaquette dell’Istituto Italiano di Cultura di Napoli

diretta da Roberto Pasanisi

ROMANITAS

 

  1. Paolo Pratesi, Niccolò Machiavelli (1465-1527). Il Principe (Prefazione di Marinella Galletti) 2016 € 10 ISBN 88-89203-69-2

Niccolò Machiavelli di Paolo Pratesi è uno studio per la messa a fuoco della passione, dell’energia teoretica del diplomatico fiorentino e stratega militare, e della ‘fortuna’ che la sua opera cardine, Il Principe, incontrò nella sua epoca, il Rinascimento maturo, riscontrandosi in essere nell’ ‘animo’ delle ‘personalità machiavelliche’ ‘per natura’ e/o per i concetti contenuti acquisibili e riferiti ad essa.

La ricerca si sviluppa attraverso un’ indagine strutturata, sostanzialmente, su tre trattazioni di fondo, a cominciare dal contesto sociale e territoriale in cui Machiavelli si forma culturalmente e politicamente; per passare all’ analisi antologica de Il Principe; e procedere infine sulle orme della celebrità e degli effetti che l’opera ebbe sui re e sulle regine d’Europa. Un’indagine serrata che giunge al culmine nell’analisi dell’operato di Enrico VIII e di Caterina de’ Medici.

Il libro si apre sullo sfondo dei luoghi che fecero della Firenze dell’epoca il giardino della Cultura Rinascimentale: la villa “l’Albergaccio” dove  Machiavelli, all’ epoca ambasciatore a servizio dello Stato di Firenze, darà inizio, nel 1513, alla sua opera fondamentale De principatibus. Dalla fitta trama ricostruttiva della personalità machiavellica basata su stringenti documenti storici,  l’autore visualizza rapidamente il giardino dei Marchesi Rucellai, presso Santa Maria Novella, dove gli studiosi umanisti si incontravano: «Il giardino esiste ancora: vasto, ombroso, segregato dal mondo esterno per mezzo di un alto muro […]»; per chiudersi a Trento, con il Concilio che nel 1559 impose l’iscrizione delle opere dell’autore del Principe fra i libri proibiti da parte di papa Paolo IV. «Le opere di Machiavelli che non scandalizzavano la Chiesa di Clemente VII, ora venivano ripudiate dalla rinnovata Chiesa Tridentina».

Il testo è incisivo e sempre diretto agli aspetti tecnici dell’ opera Il Principe, nonché alla dialettica fra società e poteri economici e politici osservati da Macchiavelli, o a lui contemporanei.  L’ autore mette in luce la concezione di Stato nazionale in Machiavelli passando in rassegna «[…] i fatti che hanno dimostrato come i principati si conquistano, si consolidano o si perdono usando la violenza, oppure la falsa benevolenza nei riguardi dei sudditi».

Oltre ad essere un’importante testimonianza storica, il libro rappresenta una chiave di lettura per collocare simultaneamente i protagonisti di un’epoca in cui le vicende dei decisori, papi, politici, principi, signori, bancarî e mercanti si palesano trasversalmente ad azioni barbare, incivili, o cospirative, sullo sfondo dell’Umanesimo e della sublime arte di Botticelli, del Ghirlandaio, o di Filippo Lippi, solo per citare alcuni degli artisti chiamati alla corte dei papi, dei Borgia, degli Sforza, dei Medici.

Dei 26 capitoli di cui è formata Il Principe, l’autore ne esamina alcuni, quelli più discussi, dai quali far emergere «[…] le qualità desiderabili che devono essere peculiari del sovrano nell’arte di governare». I valori discussi nel libro interessano in modo particolare ‘la fortuna’, che per Macchiavelli «come la forza misteriosa, in modo capriccioso, guida le vicende degli uomini […]. La fortuna è donna e, in quanto donna, […] è amica dei giovani che la sanno dominare». E numerose sono le figure femminili che rappresentano «le qualità  desiderabili» e gli interessi del Principe, documentate attraverso  vicende caratterizzanti le relazioni familiari e di potere, o le relazioni dirette e/o indirette delle protagoniste con Niccolò Machiavelli. Quelle donne, principesse, consorti, sovrane, feudatarie, parenti di papi e di cardinali, da Caterina Sforza a Caterina de’ Medici, attive nella società politica del Rinascimento, organizzano corti e accademie, governano come reggenti, partecipano alla lotta politica, sono alla testa di piccoli eserciti, a  dimostrazione del nesso esistente tra le donne e i ruoli, e i giochi di potere, dell’aristocrazia rinascimentale, al pari degli uomini.

Chiave di lettura di tutte le vicende storiche ricostruite sono le famose parole dell’autore: «Il rapporto tra politica e morale è che devono essere del tutto separate», per dirla secondo la celeberrima e ininterrottamente discussa posizione di Nicolò Macchiavelli.

 

Marinella Galletti

 

Collana di poesia dell’Istituto Italiano di Cultura di Napoli

diretta da Roberto Pasanisi

LO SPECCHIO OSCURO

sigla Catalogo degli Editori Italiani: SO

 

  1. Laura Piacentini, Fili d’inchiostro blu (Prefazione dell’autrice) 2015 € 8 ISBN 88-89203-97-8

L’arte per Laura piacentini è armonia compositiva, è ritrovare se stessi, è terapia che sostiene e guarisce. La sua voce lirica trabocca di una genuina carica emotiva connubio tra animata forza creativa, semplice, risoluta e mai falsata da orpelli leziosi, e un trasporto autentico fatto da poetici slanci che abbreviano la distanza tra il cuore e il pensiero. Nelle sue poesie troviamo parole dal ritmo incalzante, simili ad armoniose vibrazioni che si insinuano furtivamente nel cuore di chi legge e rivelano il grido della sua anima. il suo è un paesaggio ricco di emozioni, sempre rapita dalla bellezza della natura, scava nei suoi reconditi pensieri da cui nascono poesie intimistiche, equilibrate sintesi di parole, dove il ritmo schietto e lineare ed un linguaggio scorrevole ed essenziale, ci permettono di riconoscere il vero significato del suo canto meditativo. Ed è con le sue poesie incontaminate da iperboliche concettualità che ci rappresenta i suoi momenti di riflessione interiore, con semplici tracce di fili d’inchiostro blu.

Laura piacentini

  1. Isabella Horn, Fuori luogo, fuori stagione (Prefazione di Umberto Stefanini) 2015 € 12 ISBN 88-89203-98-6

Storie inedite di un presente edito. Le poesie del nontempo

La vita offre il meglio di sé grazie al ‘viaggio’ che ogni uomo compie dentro e fuori, grazie ai sentieri che ogni uomo compie all’ interno della propria esistenza.

È sui sentieri che percorre quotidianamente che accanto agli altri – e  ai sentimenti altrui – egli scopre quanto sia grande il bisogno di cercare qualcosa di più profondo ed autentico.

L’uomo ha bisogno di viaggiare, di essere in costante cammino grazie all’ atavica esigenza di andare alla radice di se stesso per ristabilire un’autentica comunicazione con i suoi simili e con le cose.

La poesia, si evince, può essere uno degli strumenti di tale ricerca; essa non può cambiare e trasformare il mondo ma può spingere l’ uomo a ritrovare il senso di sé, indurlo a riflettere (ad aiutare gli altri) sul proprio ruolo nel mondo e del proprio rapporto con gli altri.

Nei testi scaturisce incontrastata una soggettiva ed ispirata ricerca stilistica che ciascun autore affida con forza ed originalità alla poesia dell’ anima.

Fuori luogo, fuori stagione ha in sé poesie che descrivono la condizione umana del presente radicalizzando espressioni e sensazioni che ‘partono’ da stati individuali di turbamento, di alterazione, di commozione, di sogno.

Un linguaggio nuovo (accompagna ogni autore), cui le parole si adagiano come strumento esplicativo o ludico, ‘affronta’ la parte oscura di se stessi e della propria anima.

Esperienze e parole – consone o riadattate – parti di sé in movimento ed in costante ‘viaggio’ attraversano quello che il presente è per ciascun poeta: ogni poesia scandaglia il qui ed ora divenendo e trasformandosi in luoghi reali che visualizzano, raccontano, decifrano ciò che sono e quello che vedono.

Piani alti di palazzi, alberi, strade, stagioni parlano ed interloquiscono in primis con il poeta e gli donano – felici o ardue – parole e contesti che ciascuno di noi avrebbe voluto dire ma che ha piacere di ‘ascoltare’ per essere accompagnato durante il proprio viaggio nel Nontempo.

Turbinio di emozioni e di stati d’ animo conducono a sentirsi parte di una realtà che, spesso, viene descritta come un ‘non tempo’ dove, però, guizzi radiosi e fiamme indomite ne danno barlume di speranza verso esperienze tese prima ad osservare poi a mutare il presente.

La penna e il moto dell’ anima sono i compagno di viaggio di ciascun autore, di ogni lettore e numerose e varie sono le strutture, i toni, i temi descritti per richiamare, evocare, condurre verso un presente che è vissuto – in molti casi – come poesia ardua.

Il poeta russo Majakovskij dice che la penna deve essere impugnata soltanto quando non vi sia altro mezzo d’ espressione che il verso.  

E l’impresa è comprendere il verso giusto della vita affrontando la parte oscura, nascosta, segreta della vita, un viaggio in un proprio personale – e plurale – mondo.

E occorre citare Friederich Schlegel che a riguardo espresse che la ragione è una, è in tutti la medesima. Ma ogni uomo, proprio come ha una sua natura e un suo amore, porta in sé una poesia a lui peculiare, che deve e non può restare sua, come certo che egli è quello che è qualcosa di primigenio si cela in lui da sempre.

La poesia – e qui ogni testo lo rivela – è anche rispondere soltanto alla verità di se stessi intrecciandosi ed affidandosi, rapiti, agli sfoghi dell’anima.

Tipico di tanta poesia e di questa raccolta è il verso libero ove i poeti dimostrano di tagliare il flusso poetico attraverso il gioco delle strofe e la capacità di combinarle tra loro nella scelta delle parole e della loro musicalità.

Ogni lettore è invitato a porre particolare attenzione a tutto ciò che lo avvicina al proprio mondo per giocare a trovare alcune delle tematiche cui riconoscersi nella riflessione introspettiva e nella meditazione degli eventi salienti della vita: l’ infanzia, al fanciullezza, l’ amore, la natura delle cose, la nascita, la vecchiaia.

Umberto Stefanini

  1. Stefano Zangheri, l’isola di bouvet (Prefazione di Rita Mascialino) 2015 € 20 ISBN 88-89203-99-4

Dopo la lunga cavalcata in compagnia di Stefano Zangheri, analizziamo ora un’altra magnifica poesia, breve, incisiva ed emozionante,  voce innocente che non può non associare per qualche eco e risonanza contenutistica l’altrettanto splendida composizione di Jacques Prévert Les feuilles mortes, Le foglie morte:

voce innocente

sono solo le foglie

che cadono

i ricordi restano

tronchi di solitudine

in alto

non in terra

dove le nubi

volano lente

ed hanno luoghi

da esplorare

nell’aria gialla

delle foglie morte

Nella citata poesia di Jacques Prévert le foglie morte cadono al suolo e si raccolgono assieme ai ricordi e ai rimpianti pure caduti al suolo, perché il freddo vento del Nord porti gli stessi nella solitudine dell’oblio, appunto quasi in un’Isola di Bouvet, e allora il poeta vorrebbe che la donna amata si ricordasse, come lui, delle ore felici quando essi erano amici e la vita era per questo più bella. Un’Isola di Bouvet che è l’approdo della vita in Prévert, non l’esperienza vissuta dopo la quale cessa l’azione attiva e si può accogliere in sé l’inno zangheriano alla vita intesa nelle forme più fini. Per il poeta Zangheri, nella sua potente immagine poetica, solo le foglie cadono al suolo, solo le esperienze vissute svaniscono, hanno una fine e non tornano più, i ricordi delle stesse restano seppure in solitudine e restano non a terra come le foglie cadute, ma in alto, nelle sfere nobili per così dire del sentire. Là cessa la furia della vita nella quale gli eventi si susseguono veloci e si cancellano altrettanto velocemente, là regnano la calma, la lentezza della contemplazione utili all’elaborazione del vissuto in ricordo, nella fattispecie nel ricordo poetico perché è la poesia che dà memoria alla vita dell’uomo. E i ricordi vivono come voci innocenti, come materia non corruttibile, pura e innocente in quanto privata delle scorie intrinseche all’esperienza concreta, non sono morti, ma solo si nutrono comunque dell’humus prodotto dalla morte delle foglie gialle cadute, delle esperienze che non sono più, sono solitari, ma hanno le loro radici nella terra in quanto tronchi. In altri termini: una poesia che esplora non la vita materiale, ma luoghi che stanno nell’aria gialla della morte di ciò che ha avuto vita per dare ad essa memoria, ossia si nutre delle esperienze vissute e ormai morte, ciò in assonanza lontana, ma percettibile, alla prigione estetica in cui i due cavalli sono sì prigionieri, ma dopo il lungo viaggio nell’esperienza esistenziale, così che possono capire il senso della vita, la bellezza della vita come mai in altro luogo che non sia l’arte, la poesia con tutto il suo più acceso eros, come mai fuori dall’amore che lega due esseri che capiscono assieme la vita in un eros raffinato e dolcissimo, dove non regna alcuna sopraffazione.

Per terminare con la breve presentazione di qualche tratto della poesia di Stefano Zangheri: le sensazioni olfattive sono un importante motivo conduttore della stessa, un po’ proustianamente come occasione per la memoria, un po’ come immancabile complemento e spesso guida dell’esperienza a livello istintuale, talora con punte anche molto forti come ad esempio nella poesia oltre che ribadisce il punto fermo degli affetti e dell’amore come ago della bilancia e bussola di orientamento nella vita degli umani:

“(…) Chi gioca e gioca solo senza affetti / chi ha l’odore di pesce/in una piega amara del suo sesso / (…)

Sono versi che trasmettono sensazioni forti, volutamente molto forti: l’odore di pesce in una piega amara del sesso colpisce in un primo momento sgradevolmente la sensibilità, perché pone gli esseri umani di fronte alla loro animalità senza veli, direttamente, perché toglie  l’illusione di non odorare di vecchio, di inutilizzato, di sporco. Colpisce in faccia il perbenismo che vuole gli esseri umani come persone e non come animali dotati di tutto il bagaglio obbligato di questi. Ma al di là della sgradevolezza associata all’odore animalesco, c’è comunque e appunto altro. Si tratta di un sesso che non viene adoperato da lungo tempo e che non ha il ricambio dei freschi liquidi dell’uso, l’abbandono ha fatto il suo ingresso e blocca ogni strada ulteriore, così che non è possibile proseguire: l’orrido odore della solitudine connota chi non ha affetti e può giocare quindi solo con se stesso, questo in piena sintonia con il messaggio generale contenuto nella silloge di Stefano Zangheri, come anticipato: un inno alla vita vissuta in due dandosi ad essa nel bene e nel bello, in una umanità dai tratti più fini e spirituali.

Rita Mascialino

Collana di narrativa dell’Istituto Italiano di Cultura di Napoli

già diretta da Giorgio Saviane

LA BELLEZZA

sigla Catalogo degli Editori Italiani: BEL

  1. Luigi Terreri, Il salto (Prefazione di Germana Alberti) 2016 € 16 ISBN 88-89203-01-3

Viaggio interiore, fantasia e ricerca di senso

 

Ci sono volte in cui un autore, attraverso l’utilizzo spregiudicato della fantasia, si dà alla libera creazione di storie, figure e luoghi al fine di esprimere meglio la propria realtà interiore. Simile per alcune suggestioni ai quadri di René Magritte o a certi lavori di Alain Resnais, il racconto di Luigi Terreri ci trascina in effetti un mondo ‘altro’, laddove le connotazioni spaziali e temporali si sfumano al punto da trascinarci in una realtà semi-onirica, in cui le differenze tra presenza e assenza, realtà e pensiero, scompaiono per fondersi in un magma primordiale. Ma poiché è vero che molte volte un contenuto si lascia esprimere meglio da una forma ad esso affine, accade qui sovente che anche il linguaggio e la modalità espressiva utilizzati rigettino volutamente la logica sequenziale e il senso comune, per darsi ad un serrato e autoterapeutico flusso di coscienza ricco di simboli e suggestioni. Il salto ci parla di un viaggio, percorribile da ognuno di noi, che è metafora della scoperta mai conclusa della propria interiorità (come è scritto «guardare sé stessi mentre si sta facendo qualcosa è sempre una cosa molto affascinante…»); della ricerca del senso ultimo delle cose («la morte non era l’ultima parola della vita»); della voglia di raggiungere una pienezza spirituale capace di liberarci dalle catene dell’incredulità e della paura: la paura di scomparire o essere invisibili. Grazie all’ascolto,  agli «stati alternativi della mente», è possibile mutare i propri consueti binari, comprendere che la creazione di qualcosa di nuovo avviene soltanto laddove convivono l’amore e la morte, giungere a una calda  dimensione di autenticità. Ma la «connessione invisibile» tra le cose che non si riesce a percepire con gli occhi, «la pulsione che crea» o meglio «l’eternità creativa in movimento», sembrano essere a portata di mano eppure sparire. I luoghi, le vicende e i personaggi della storia, dai tratti naïf e dalle caratteristiche tipologiche, isolati eppure desiderosi di dialogo, sono da un lato i protagonisti di questa storia surreale e misteriosa, dall’altro le possibili parti del nostro inconscio: nelle poche volte in cui interagiscono essi si lasciano andare a curative anamnesi reciproche, nella convinzione che la nostra interiorità riveli tratti di sapienza e saggezza superiori a quelli raggiunti dalla nostra mente cosciente. Al centro di tutto, ultimo baluardo della bellezza e raccordo con la trascendenza, le salvifiche figure femminili che profetizzano, indirizzano, hanno già compreso, ma anche le figure genitoriali di cui si intravede la fondamentale presenza, ricorrente pur nell’assenza. In questa fantasmagorica narrazione fatta di apparizioni e sparizioni, che ci sovviene a tratti l’aurorale profetizzare nietzscheano, un’importanza centrale è conferita anche alla dimensione del suono che apre al sacro, sia esso presente nei canti celestiali e nelle formule, sia esso assente nel pervasivo silenzio. Anche il distacco dei suoni dalle cose, cui sono associati in maniera arbitraria tramite i nomi, si rivelerà foriero di una decisiva presa di coscienza: «Ad esempio, le parole ‘triste’ o ‘contento’ rappresentano diverse tristezze o contentezze. […] L’associazione del dolore ad una forma, un colore, una temperatura, un suono, una sensazione tattile, aveva determinato la scomparsa della parola ‘dolore’, in una raffigurazione di un altro me stesso».

Il senso autentico del racconto di Terreri, già ampiamente annunciato, si rivela in tutta la sua chiarezza allorché la narrazione con il suo ciclico procedere diviene una metanarrazione sull’autore e la sua opera: Il salto non è infatti solo un titolo, ma il testo scritto dal protagonista (l’autore), analisi psicologica ed espressione interiore dei suoi timori e delle sue speranze («Leggi tu stesso ‘Il salto’, è un racconto su di te, e rifletti lentamente, valuta bene, e mentre lo stai facendo entra in una specie di trance.[…] interprete ed interpretato sono la stessa identica cosa; analizzatore ed analizzato si confondono l’un l’altro. Questo è il peggiore degli specchi!»). L’incredulità, mostro insaziabile, si riscatta tramutandosi in speranza e senso di pienezza, in un ascolto attivo, in un rinnovato equilibrio emotivo che si alimenta di nutrimento spirituale, nella consapevolezza che ciò che contamina l’uomo proviene solo dall’interno: «Sentivo il cuore gonfio pulsare, traboccare una forza immensa, incontenibile, eppure calma. E c’era un’assenza completa di vanità, un altro mondo, incorrotto, con la gioia dell’innocenza».

Germana Alberti

ICI EDIZIONI ELETTRONICHE

Collana di saggistica elettronica dell’Istituto Italiano di Cultura di Napoli diretta da Roberto Pasanisi

Neapolis

  1. Giancarlo Carioti, Per un’ermeneutica dell’antinomia. Ovvero Il Libro dei Daimon(Introduzione dell’autore) 206 2015 € 5 ISBN 88-89203-00-5

Pronti a riconoscersi in viaggio verso o dentro

 

Affrontare un viaggio non è sempre facile, e non si è sempre pronti, specialmente se la destinazione sono “destinazioni” che già sono parte di ciascun uomo. Le destinazioni possono risultare apparentemente lontane ma per raggiungerle occorre – o basta decidere – da dove partire, in che momento della personale ricerca, verso quale investimento introspettivo e per quale decisione o obiettivo trasformativo.

In questo ricco e poderoso testo, e nei vari libri interni, l’ autore parte – e sovente riparte – dal valore e dal concetto della dialettica nell’ uomo ed evince che, anche se contemporaneo, l’ uomo si espone e si esplora in quel mondo che è il proprio Sé, in una realtà esistenziale che è talvolta in comunione altre volte in conflitto con la realtà interiore … e è da qui che parte il cammino verso la “verità”.

Il concetto di dialettica e la ricerca della verità sono insite nel rapporto relazionale tra intelletto e anima, tra immagine di Dio e morte come ricompensa, tra genio maligno e giudizio e tra uomo e idea salvifica della vita, e sono al centro di quel “luogo” – del sapere e affettivo –  che è l’ anima.

Sapere e anima sono quanto mai vicine se il viaggio parte dall’ impulso primordiale che è la parte immortale – e giudice severo – dell’ uomo e della natura umana. La filosofia, la spiritualità e i processi elaborativi concepiti da esponenti decisivi, fondamentali, deliranti o marginali, ritroviamo in quest’ opera a travolgere il lettore su più registri armonici ove viene descritta, e confrontata, una condizione umana precaria ma che trova la propria soggettività in quella luce intuitiva che è l’ “oggetto” a cui si mira.

Affrontare un viaggio verso luoghi lontani può viversi se l’ uomo è aperto ad intraprendere tutte le vie per il raggiungimento della meta che può essere, per molti, l’ agoniare a Dio partendo da un luogo spesso poco affrontato: la psiche.

Scopriamo, così, l’ uomo e la natura umana in un’ analisi esaustiva e critica con riferimento, tra gli altri, alle opere e al pensiero di Socrate, Platone, S. Agostino e Schopenhauer; in ciascuno riscontriamo quell’ essenza incisiva che sta nella ricerca del bene e nel potere della trascendenza dello spirito. E dove la via (il viaggio) è descritta nei concetti laici e cristiani di “entità” e in quello di “unità”.

La dialettica e l’ intelligenza inducono a ritrovare il proprio Sé anche nella morte che è rinascita delle coscienze, della ragione e di quel sapere che può essere per taluni lettori la Trinità e per altri la ricerca stessa delle “certezze”.

Affrontare un viaggio è decidere di partire dalle proprie convinzioni per lasciarsi modellare dal viaggio stesso.

Qui l’ autore ha constatato che le trasformazioni, le ricerche iniziano prevalentemente dall’ anima ed è da qui che si sceglie … se andare oltre o dentro sé stessi.                                                                                                                                     “Solo spezzando le catene e guardando fuori si può scorgere la luce del sole che è  l’immagine delle verità” e si potrà “smarrirsi su destini dell’ anima” fino a raggiungere la meta del viaggio.

Umberto Stefanini

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