Nazismo Top Secret
«Seguo il mio cammino con la precisione e la sicurezza di un sonnambulo»
(Adolf Hitler)
Sul Nazionalsocialismo e sui suoi misteri, gli storici hanno indagato tutto: gli uomini, l’ascesa, il potere, la conquista, la guerra, la caduta, la fine.
Tutto sembra essere stato chiarito e rivelato.
Eppure, nel profondo più remoto, esiste una zona d’ombra, un luogo senza luce, un ultimo confine che solo pochi hanno osato oltrepassare. È questo il luogo sconvolgente ed oscuro della più misteriosa incarnazione dell’uomo nel mondo. Esoterismo, occultismo, magia nera, spiritismo, riti satanici, scienze occulte, negromanzia: il nazismo è stato anche questo.
Adolf Hitler e i suoi uomini fondarono la propria esistenza ed il proprio potere, oltre che sulla forza delle armi, anche su principi legati a queste pratiche occulte, agendo non solo come uomini politici ma anche come sacerdoti di una religione neopagana, fatta di riti d’iniziazione, talismani, sciamanesimo, superstizione che hanno sconvolto, drammaticamente, il mondo intero.
Personaggi apparentemente mediocri e anonimi come Himmler, Bormann, Goebbles, Hess, hanno prima incantato, poi stregato ed infine posseduto lo spirito di un intero popolo
Milioni e milioni di persone sono state sospese per anni in una sorta di ipnosi collettiva, una sorta di limbo della ragione da questi negromanti.
E quello che segue è il racconto del lato più tenebroso, più segreto del nazionalsocialismo, il tassello mancante di un terrificante mistero.
Alla fine della prima guerra mondiale, nel 1918, la Germania era a pezzi. Delusione, frustrazione, pessimismo, rabbia, crearono un terreno fertile per tutte quelle dottrine che annunciavano il ritorno della grande Germania all’antica potenza. Ormai, il mondo reale non dava più sicurezza e molti si avvicinarono e trovarono rifugio in circoli iniziatici, sette esoteriche, società segrete. Tra la gente si diffusero le pratiche di parapsicologia, di magia, d’astrologia, mentre il culto del “Superuomo” e quello dell’occulto generarono una miscela esplosiva.
La dottrina più diffusa predicava la necessità di rifondare una razza superiore ed, ormai, estinta da millenni. Si narrava di un’immensa catastrofe persa nella notte dei tempi che aveva cancellato, non del tutto, una civiltà antichissima ed evoluta. Era questo l’arcaico mondo di quelli che la tradizione chiamava i “maestri sconosciuti”, i sapienti depositari della conoscenza originaria.
I superstiti di quest’antichissimo popolo, secondo tale sapere esoterico, si erano rifugiati nelle remote montagne del Tibet e nelle terre del Nord- Europa.
Si raccontava di eroi ariani dotati di facoltà paranormali, di esseri perfetti. La sconvolgente missione che gran parte di questi circoli si davano, era quella di ricercare i progenitori del popolo tedesco e riportare alla luce i segni evidenti dell’antico splendore.
Anche l’antisemitismo di stampo nazista, che trovava le sue radici in un ben determinato filone della storia tedesca ed europea, si alimentava con le teorie di questi circoli iniziatici di cui Hitler faceva parte. In questa visione del mondo il popolo tedesco aveva, infatti, un solo nemico: gli Ebrei.
Non erano certo di razza ariana ma erano anche loro depositari, come gli “antichi maestri sconosciuti”, di una conoscenza forte e primordiale, di un sapere magico e prodigioso.
Nel convincimento di questo credo diffuso tra le sette segrete tedesche, il popolo ebraico era l’antagonista, il nemico assoluto da combattere per conquistare il dominio dell’umanità. Gli Ebrei erano gli unici veri rivali da sconfiggere, da distruggere.
Il Führer era convinto di essere l’erede di quest’antico sapere che profetizzava il ritorno e l’avvento dei nuovi “superuomini”. Egli era, inoltre, persuaso che il suo arduo compito fosse quello di dare vita ad una nuova umanità.
A simboleggiare questa rigenerazione, Hitler, scelse un antico simbolo della tradizione indoeuropea: la “svastica” e, cioè, la croce gammata, simbolo sacro dei buddisti.
In origine la “svastica” aveva un valore positivo ed una valenza solare. Ma, quest’ultima, fu trasformata ed il senso delle croci uncinate fu modificato da sinistra a destra.
Nella Germania del Reich la “svastica” dominava su tutto: nelle strade, sulle uniformi, sulle bandiere, nelle case, nei luoghi di culto ed, addirittura, come puntale degli alberi di Natale e sotto forma di dolci nelle colazioni dei bambini.
Ma c’è di più…
Antonio Gentile